Aree d'intervento
I tuoi sintomi spesso giocano un ruolo nel tipo di trattamento e nel tipo di terapia che scegli.
Nella mia attività professionale, mi occupo del trattamento di diverse problematiche, che trovi specificate di seguito.
L’ansia è uno stato emotivo del tutto naturale ed evoluzionisticamente svolge un ruolo funzionale rispetto all’evitamento di stimoli o contesti percepiti come minacciosi.
Quando questa aumenta di intensità, il rimuginio e le preoccupazioni diventano difficili da gestire e interferiscono con la qualità della vita. In questi casi è possibile che si strutturi un vero e proprio disturbo d’ansia (il DSM-5 indica il Disturbo d’Ansia Generalizzato, il Disrubo da Attacchi di Panico, il Disturbo d’Ansia Sociale e il Disturbo d’Ansia per la Salute).
I sintomi che possono presentarsi in questa condizione sono di tipo fisico, come palpitazioni, respiro corto, tensione muscolare o sudorazione, sintomi cognitivi, come ad esempio il rimuginio, o sintomi comportamentali, come l’eccessiva ricerca di rassicurazioni o l’evitamento di esperienze o contesti percepiti come pericolosi.
Un attacco di panico è una condizione in cui si sperimenta in maniera del tutto repentina un fortissimo senso di paura, disagio ed ansia, accompagnato da sintomi sia emotivi che fisici.
In seguito a questa esperienza, è possibile iniziare ad evitare tutti quegli stimoli che in qualche modo si teme possano scatenare un nuovo attacco. Questo instaura un circolo vizioso per cui la libertà di movimento della persona che soffre in questa condizione diventa sempre più limitata, sviluppandosi in una escalation che può raggiungere livelli anche molto gravi.
Questa condizione si configura come un vero e proprio Disturbo da attacchi di panico.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è generalmente caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se, in alcuni casi, si possono presentare ossessioni senza compulsioni e viceversa.
Le ossessioni:
- Pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi, provocando emozioni spiacevoli (ansia, paura, senso di colpa…).
- Spesso sono bizzarre, chi ne soffre solitamente è consapevole della loro infondatezza, ma talvolta l’ansia che ne deriva è talmente intensa da non rendersi conto che si tratta di pensieri che generano preoccupazioni irrazionali.
- Possono avere diverso contenuto: ad esempio alcune persone sono terrorizzate all’idea di incorrere in una qualche forma di contagio, altre temono di mettere in atto comportamenti aggressivi.
Le compulsioni:
- Comportamenti ripetitivi (lavarsi ripetutamente le mani, controllare di aver chiuso il gas…) o azioni mentali (contare, pregare…) messi in atto per ridurre le emozioni spiacevoli connesse alle ossessioni.
- Riducono temporaneamente l’ansia, producendo sollievo per un brevissimo periodo.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo comporta un significativo deterioramento della qualità di vita della persona, determinando a volte serie limitazioni sia nella vita sociale che lavorativa. Tale disturbo, se non adeguatamente trattato, tende alla cronicizzazione compromettendo pesantemente il percorso evolutivo della persona.
L’umore indica il correlato emotivo di fondo della nostra attività mentale. Ogni persona ha un proprio tono dell’umore.
Esistono patologie come la depressione o il disturbo bipolare in cui sono presenti sintomi che consistono in alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo, che siano di entità tale da causare alla persona problemi o disfunzioni persistenti o ripetute, oppure disagio marcato.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, la malattia depressiva non interessa solamente la sfera emotiva e l’umore del paziente, ma interessa anche il corpo, influenzando comportamenti e manifestandosi anche con sintomi fisici.
Gestire lo stress può significare molte cose: una maggiore padronanza della nostra vita, un dialogo mente corpo finalmente sempre in connessione, una qualità della vita assai migliore in tutti i sensi.
Lo Stress, o meglio detto il Distress (stress negativo) è associato alla presenza di stanchezza cronica (fisica e/o mentale), problemi interpersonali, turbe emotive (aggressività e instabilità emotiva), dolori cronici, disturbi psicosomatici, patologie favorite dall’indebolimento del sistema immunitario.
Lo stress è una reazione dell’organismo che ha origine quando le persone devono fronteggiare situazioni che vengono percepite come minacciose per il loro benessere fisico o psicologico. Nasce da una valutazione cognitiva (interpretazione) di un evento e dalla successiva valutazione automatica delle capacità della persona di far fronte a quell’evento.
A partire dagli anni ‘90 lo psicologo Richard Lazarus si interroga sul perché alcune persone si stressano davanti ad alcune situazioni, mentre altri no. I suoi studi lo portano a scoprire che è la valutazione della situazione che provoca o meno una reazione di stress.
C’è una seconda valutazione automatica e inconsapevole che entra in gioco. Le persone davanti a una minaccia reagiscono con maggiore stress quando non pensano di essere in grado di gestirla. Il centro dell’attenzione è la valutazione delle situazioni e della propria capacità di affrontarle.
“L’afflizione che non trova sbocco nelle lacrime fa piangere altri organi.”
(Henry Maudsley)
I disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere con una sintomatologia fisica senza cause organiche che possono col tempo comportare danni a livello organico e che sono causate o aggravate da fattori emozionali. I sintomi psicosomatici coinvolgono il sistema endocrino, il sistema nervoso centrale, il sistema nervoso autonomo e il sistema immunitario e sono espressione della risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress.
Sintomi psicosomatici sono comuni nelle varie forme di depressione e in quasi tutti i disturbi d’ansia, nel disturbo disforico premestruale e in particolare nei disturbi somatoformi, ma esistono dei disturbi psicosomatici veri e propri in assenza di altri sintomi di natura psicologica, che rendono più difficile, per il soggetto, imputare il malessere fisico ad un problema psicologico piuttosto che ad un malfunzionamento organico.
Le emozioni negative, come il risentimento, il rimpianto e la preoccupazione possono mantenere il sistema nervoso autonomo (il sistema simpatico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare. I pensieri troppo angosciosi o la rabbia cronica quindi, possono mantenere il sistema nervoso autonomo in uno stato di attivazione persistente il quale può provocare dei danni agli organi più vulnerabili.
Disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi:
- nell’apparato gastrointestinale (gastrite, reflusso esofageo, colite ulcerosa, ulcera peptica, stipsi);
- nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, sindrome vasovagale, ipertensione essenziale);
- nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria);
- nell’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce, vaginismo o anorgasmia, enuresi);
- nel sistema cutaneo (la psoriasi, l’acne, il lupus eritematoso, la dermatite atopica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione profusa);
- nel sistema muscoloscheletrico (la cefalea tensiva, i crampi muscolari, il torcicollo, la mialgia, l’artrite, dolori al rachide, la cefalea nucale);
- nell’alimentazione e nel sonno.
I disturbi psicosomatici si possono considerare come delle vere e proprie malattie che possono comportare danni a livello organico ed essere causate o aggravate da fattori emozionali. Tra i sintomi psicosomatici che possono coinvolgere il sistema nervoso autonomo e che forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress ci sono le cefalee, le gastriti, la colite ulcerosa, la ulcera peptica, l’asma, la tachicardia, l’ipertensione, ecc..
È possibile che in maniera transitoria o cronica si abbia la sensazione di incappare in relazioni interpersonali difficili o conflittuali. Potrebbe ingenerarsi una forte sensibilità al giudizio dell’altro, inibizione e timidezza, unito alla sensazione di sentirsi inautentici o in qualche modo impossibilitati ad esprimere la propria individualità.
Oppure potrebbe essere percepita una forte rabbia e rancore verso gli altri, o il timore di legarsi in una relazione di dipendenza.
Tutti questi elementi portano a sperimentare grande disagio psichico, legato poi al rischio di isolarsi o non intrecciare relazioni autentiche e durature.
I disturbi di personalità costituiscono delle modalità, relativamente inflessibili di percepire, reagire e relazionarsi alle altre persone e agli agli eventi; tali modalità riducono pesantemente le possibilità del soggetto di avere rapporti sociali efficaci e soddisfacenti per sé e per gli altri.
Si caratterizzano per la presenza di pattern di esperienza interiore e di comportamento rigidi che si manifestano in almeno due delle seguenti aree:
- Area cognitiva: il modo di percepire e interpretare sé stessi, gli altri e gli eventi
- Area affettiva: la varietà, l’intensità e l’adeguatezza dell’attivazione e dell’espressione emotiva
- Funzionamento interpersonale
- Controllo degli impulsi
L’attuale classificazione diagnostica (DSM-V) comprende 10 diversi disturbi: alcuni caratterizzati da un’elevata emotività (Disturbo Borderline, Disturbo Narcisistico, Disturbo Istrionico, Disturbo Antisociale), altri da una forte tendenza all’ansia (Disturbo Evitante, Disturbo Dipendente, Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità), altri ancora da comportamenti insoliti e/o bizzarri (Disturbo Schizotipico, Disturbo Schizoide, Disturbo Paranoide).
Il Disturbo di Personalità è un insieme di pensieri, emozioni e comportamenti che genera malessere agli altri e/o a noi stessi, è presente in molte situazioni e difficile da modificare.
Solitamente emerge in età adolescenziale o nella prima età adulta e rimane stabile per molti anni causando disagio e disabilità a livello sociale, lavorativo e relazionale.